Riportiamo qui alcune poesie della sua ultima raccolta "Epilogo del temporale",tradotte in lingua italiana.
A Marco Aurelio
Al prof. Henryk Elzenberg
Buonanotte Marco spegni il lume
e chiudi libro Già alto si leva
l'argenteo allarme delle stelle
il cielo parla con lingua straniera
è il barbaro grido del terrore
che il tuo latino non conosce
è la paura l'eterna oscura paura
ora batte sulla fragile terra
umana E vincerà Odi il rombo
è la marea Distruggerà i tuoi
libri l'inarrestabile fiumana
e del mondo crolleranno i muri
quanto a noi - tremare al vento e
di nuovo smuovere ceneri aria
morder le dita dir parole vane
perciò Marco sospendi la tua quiete
dammi la mano sopra la tenebre
lascia che essa tremi quando il cieco
universo picchia sui cinque sensi
ci tradiranno universo astronomia
computo di stelle saggezza d'erbe
e la tua grandezza troppo immensa
e il pianto mio impotente o Marco
Due profeti. Prova voce
Dalla bianca tribuna
di batuffoli cuscini piumini
parlo in lingua bebe
all’umanità (non tutta)
il resto dell’umanità
ascolta – non ascolta – dimentica –
candida sorgente del vilucchio
mostruosa sorgente dello sterminio
non ritornerai al felice volto della mela
ai bianchi giardini quietamente ardenti
fluidi spazi
temete l’eruttazione della tempesta
scintillano le spade
città dal capo di ratto
Detti la parola
e il buonsenso suggeriva
di non dare la parola
ci rifletto ancora
niente fretta
non è mica un orario delle parternze
darò la parola dopo la maturità
dopo il servizio militare
quando costruirò una casa
non ci fu un prima
non ci fu un dopo
bisognava scegliere
quindi detti la mia parola
la parola–
un cappio al collo
parola suprema
quando tutto diventa leggero
passa in trasparenza
ripenso:
“do la parola
molto volentieri
ritirerei quella parola”
ecco ché – scricchiola l’asse del mondo
passano le persone
i paesaggi
i variopinti cerchi del tempo
la parola data invece
incastrata nella gola